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Polonia, la riapertura è un fallimento: niente mascherine e distanza

di Matteo Palmisano
riapertura stadi polonia

In Polonia la riapertura degli stadi è stata un fallimento: durante Lechia-Rakow nessun distanziamento e assenza totale di mascherine

Esperimento fallito. In Polonia il campionato è ripartito con la riapertura degli stadi a metà del pubblico, ma la mancanza di rispetto delle regole è stata all’ordine del giorno. Nella partita Lechia-Rakow, i tifosi presenti allo stadio erano 5500, ma i problemi sono nati dai mancati controlli, dall’assenza di mascherine e di qualsiasi rispetto della distanza sociale.

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All’ingresso l’unica misura di sicurezza adottata è stata spruzzare dello spray disinfettante sulle mani dei tifosi, rigorosamente senza mascherina e che si coprivano naso e bocca con la sciarpa. Dentro la situazione era anche peggiore. Non nelle tribune, dove, il distanziamento era garantito dall’ampiezza degli spazi, ma nelle curve. Soprattutto in quella del Lechia, dove almeno c’erano almeno tremila persone abbracciate e molto vicine.

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Situazione pessima anche nell’intervallo, dove una folla di tifosi si dirigeva verso i bagni e i bar senza il minimo rispetto delle regole. L’esempio polacco non è di buon auspicio né per l’Italia, che sta pensando a come riaprire, né in vista della Supercoppa Europea di Budapest, dove saranno previsti circa 20mila tifosi. Meglio ha fatto la Francia, che ha iniziato a far tornare i tifosi – massimo 5000mila per impianto – con un rispetto delle regole maggiore.

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