Gli sfoghi di Conte: non sa andarsene senza litigare

I rapporti tra Conte e le società allenate non sono mai finiti bene: sfoghi e addii spesso burrascosi e spesso dovuti a questioni di mercato
Chi prende Conte sa a cosa va incontro. Il tecnico salentino non è certo uno abituato a mantenere la calma e, come sta dimostrando anche questa esperienza all’Inter, entra spesso – se non sempre – in conflitto con la propria dirigenza. I suoi rapporti con le società che ha allenato sono sempre stati testi, in precario equilibrio. E molto spesso – se non sempre – sono finiti male.
A Bari, nel 2009, dopo aver centrato la promozione in Serie A, se ne andò sbattendo la porta e accusando i dirigenti di avergli detto che otto acquisti erano troppi, salvo poi farne dieci. Addio burrascoso anche dall’Atalanta, dove arrivò addirittura a un acceso battibecco con Cristiano Doni dopo la sconfitta con il Napoli che gli costò la panchina.
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Tutti si ricordano, poi, l’addio alla Juventus. Conte era il re indiscusso a Torino e scelse di andare via nel primo giorno di ritiro per non essere stato accontentato sul mercato. Al Chelsea, invece, si scontrò con la numero due del club, Marina Granovskaja sempre per questioni di mercato. Voleva Lukaku, ma non fu accontentato. La vicenda con i londinesi finì addirittura in tribunale, dove Conte vinse la causa.
E ora l’Inter. Con le accuse alla dirigenza di non aver protetto lui e la squadra, lasciando uscire spesso molte notizie sui giornali. Chissà come finirà il rapporto con l’Inter, anche se qualche sospetto si può già avere.
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