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Inter-Conte, perché è giusto provarci ancora e perché no

di Matteo Palmisano
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Dopo i risultati negativi sono cresciute le voci su una possibile separazione tra Conte e l’Inter: perché è giusto continuare e perché no

Il solo punto fatto tra Bologna e Verona e l’addio allo scudetto hanno fatto addensare le nubi intorno all’Inter e al suo allenatore Antonio Conte. Le voci di un possibile e clamoroso addio a fine stagione hanno cominciato a girare, ma la società non ha intenzione di esonerare l’allenatore, ritenuto il vero top player del nuovo progetto e Conte, al momento, non vuole andarsene.

Conte e l’Inter vogliono continuare insieme perché la società si è spesa tanto in questo progetto e punta forte sull’allenatore salentino per tornare a vincere.  L’allenatore scelto è un vincente, colui che riuscì a far tornare grande la Juventus, a vincere con il Chelsea e a far brillare all’Europeo una delle Nazionali qualitativamente più scarse degli ultimi anni. Separarsi dopo un solo anno con un progetto avviato significherebbe fallimento per entrambi. Ed entrambi non possono permetterselo.

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Di contro, però, ci sarebbero anche alcune ragioni per cui ci si potrebbe salutare dopo un anno. Innanzitutto Conte ha deluso le aspettative. Non che ci si aspettasse lo scudetto, ma almeno di lottare con la Juventus e infastidirla fino alla fine. Poi c’è la questione della mancata valorizzazione di alcuni giocatori e della cocente eliminazione dalla Champions League.

La società non ha intenzione di esonerarlo, ma il mercato può essere decisivo: se Conte non verrà accontentato può dimettersi. E allora sì che sarebbe un totale fallimento. Non solo dell’anno, ma del progetto.

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