L’Inter chiama Eriksen: il danese deve essere un leader

Contro il Bologna, Eriksen torna titolare dopo la panchina con il Brescia: all’Inter e a Conte serve un danese più continuo e più leader
Il rendimento con l’Inter di Christian Eriksen è stato altalenante. Il danese, arrivato a gennaio per far fare all’Inter il salto di qualità, ci ha messo un po’ per prendersi una maglia da titolare. Conte, in questo post-lockdown, gli ha disegnato addosso il 3-4-1-2 e con Napoli e Sampdoria ha funzionato. Poi le partite deludenti contro Sassuolo e Parma hanno fatto tornare le critiche al danese. Quando si è un fuoriclasse è così: onori e oneri.
L’avventura nerazzurra di Eriksen si può dividere in prima e dopo il lockdown. Prima della pandemia, il danese non era mai partito titolare nelle partite importanti (derby, Lazio e Juventus), giocando appena 120 minuti in quattro partite di campionato. Solo un goal, in Europa League, al Ludogorets. Poi, con la ripresa del campionato, Conte ha iniziato ad affidargli le chiavi dell’Inter e i numeri sono migliorati: 230 minuti giocati in Serie A, un goal, due assist e otto occasioni create.
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Contro il Bologna, dopo le pause con Sassuolo e Parma e i buoni 20 minuti con il Brescia, Eriksen è chiamato a tornare trascinatore. Conte crede molto in lui e lui deve essere l’uomo che prende per mano l’Inter, prendendosi più responsabilità. Perché la Lazio, sconfitta dal Milan, è nel mirino e il gap può essere ridotto a una sola lunghezza.
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