Inter, la rivoluzione del trequartista: quando Conte cambia vince

L’arrivo di Eriksen all’Inter ha messo in discussione il 3-5-2 di Conte. Il tecnico nerazzurro, però, è abituato a cambiare e quando lo fa, di solito, vince
L’acquisto di Eriksen a gennaio aveva già fatto pensare a un cambio di modulo. Dal 3-5-2 al 3-4-1-2. Il trequartista. Mai presente nei moduli che hanno fatto la fortuna di Conte, eppure presente nella sua tesi di Coverciano del 2006, quella della laurea: “Considerazioni sul 4-3-1-2 e uso didattico del video”. Conte, che passa per dogmatico, è in realtà propenso al cambio di modulo. E, quando lo fa, di solito vince.
Alla Juventus la prima grande svolta. Partito per giocare con il 4-2-4, come a Bari, passò prima al 4-3-3, salvo poi studiare un 3-5-2 che ha fatto le fortune sue e dei bianconeri, che hanno scoperto la famosa BBC. Il 3-5-2 lo ha usato anche in Nazionale, arrivando a un rigore dalle semifinali dell’Europeo, per poi accantonarlo di nuovo.
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Nel 2016 al Chelsea, con una squadra ricca di trequartisti ed esterni di fantasia come Pedro e Hazard, Conte ha varato un 3-4-3, all’occorrenza 3-4-2-1, con cui si è laureato campione d’Inghilterra.
Infine Milano. Quando Conte è stato preso si sapeva che avrebbe impostato l’Inter sul 3-5-2, ottenendo risultati fino a gennaio. Poi le difficoltà e, soprattutto, l’arrivo di Eriksen. Conte ci ha impiegato un po’ a far capire al danese cosa voleva da lui e ora che l’intesa è stata raggiunta ecco che il 3-4-1-2 è ben avviato. Un altro cambio che, si spera, possa coincidere con un’altra vittoria importante.
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